Friends of Spirit è un disco che affonda le proprie radici molto indietro nel tempo Verso la metà degli anni Settanta, tre fratelli che abitavano in un piccolo comune della Bassa Bresciana, Castel Mella, famoso solo per aver vissuto la sfortunata sorte dellalluvione il 4 novembre 1966 (esatto, la stessa data dellalluvione di Firenze), stavano iniziando a sviluppare un amore viscerale per la chitarra acustica Claudio, Antonio e Sergio si divertivano infatti ad allietare le mattinate delle loro domeniche suonando le loro versioni unplugged di alcuni brani dei loro artisti preferiti: Tubular Bells di Mike Oldfield, album interi degli Inti Illimani, Youve Got A Friend di James Taylor, quasi tutte le canzoni dellalbum 4 Way Street del quartetto Crosby, Stills, Nash & Young, e tantissimi altri Suonare queste canzoni li convinse persino a fondare un complesso musicale con cui poter proporre dal vivo, armati della loro inseparabile Eko Ranger 12 corde (alias, la Chitarra Italiana per eccellenza), i successi dei principali cantautori italiani e della musica folk internazionale (in particolar modo nord e sud americana) Da queste poche righe è già chiaro che lapprodo alla musica Jazz Rock e Progressive Rock sia stato solo un passaggio successivo nella formazione musicale dei Phoenix Alla base di tutto ed è chiaramente percepibile quasi in ogni nostra composizione resta infatti la matrice proveniente dalla musica folk e dambiente, creata attraverso la combinazione del ritmo di una percussione appena accennata e da un arpeggio di chitarra acustica Potremmo quasi dire che dalle corde di quella stessa Eko Ranger cui abbiamo fatto riferimento poche righe fa sia nata la maggior parte dei brani che è possibile ascoltare nei nostri dischi, da ThreeFour a Look Out, da Unexplored fino ad arrivare allultima fatica, Friends of Spirit Registrare un album quasi esclusivamente con strumenti acustici, con solo qualche passaggio atmosferico che lascia il posto per lingresso di chitarre elettriche e synth, per tutti noi, è stato un gesto quasi naturale, soprattutto dopo avere prima sperimentato anche en vivo quello che noi definiamo il nostro set acustico