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Recensione |
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Quando il grande calderone della musica popolare americana riesce a dare sfumature diverse a un quintetto i cui membri si sono fatti le ossa in anni e anni di serate in Italia e all’estero (USA, Inghilterra, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda e Islanda), tra rock’n’roll, R&B, folk e blues. C’è davvero tanta tradizione nel DNA dei RAB4, che nascono come rock band ma che, senza voltare affatto le spalle al rock, cercano un linguaggio personale.
Breakneck Ballads è il coronamento di dieci anni di musica dei RAB4, con centinaia di concerti tra Italia, Stati Uniti, Inghilterra e Germania. 15 brani originali che strizzano l’occhio alla grande tradizione del calderone blues-folk americano e pure alla lezione del pop britannico degli anni Sessanta. La lingua è quella inglese, seconda lingua del cantante e autore di tutti i brani. Il sound è assolutamente internazionale e la sua originalità sta proprio nel suo mélange di migliaia di ascolti diversi, al punto che risulta praticamente impossibile risalire alla fonte. Ecco, dunque, che ballate melodiche si alternano a rock-blues intensi, a brani dalla sincopazione quasi soul, tra intrecci di chitarre acustiche e chitarre elettriche distorte, armoniche a bocca che sembrano provenire direttamente dal Delta del Mississippi, un organo e una sezione ritmica di sapore vagamente retrò e armonie vocali che rimbalzano tra San Francisco e Londra. Breakneck Ballads è l’opera matura di una band matura che si è fatta le ossa sulla strada e che è più che intenzionata a proseguire |
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