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Tracklist |
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1 |
Anemos – introduzione |
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2 |
La bella creola |
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3 |
Grecale |
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4 |
Scirocco con Rancore |
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5 |
Mara e il Maestrale |
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6 |
Bora con Dj T-Robb |
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7 |
Dafne sa contare con Dia |
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8 |
Levante con Dargen D’Amico e Ghemon |
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9 |
Linee di Libeccio |
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10 |
Il Re dei venticon La Kattiveria |
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11 |
Isobarre |
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12 |
L’armata perduta di Re Cambise |
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13 |
L'’uomo che viaggiava nel vento con Amelivia |
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14 |
L’ultimo soffio - conclusione |
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Recensione |
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Questo nuovo disco è il mio quarto tributo al connubio fra musica rap e letteratura nonché il mio secondo concept album. I brani che lo compongono hanno tutti un comun denominatore: il vento. Il vento come agente atmosferico che nonostante il suo essere invisibile ha generato la vita e influenza così tanto la nostra esistenza. Il vento come viandante mai stanco in grado di visitare infiniti luoghi mutandone i contorni. Il pensiero come vento della mente, ora leggero ora incontrollabile. Il vento come medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come l’alfabetizzazione, la “diversabilità”, l’emarginazione, i matrimoni forzati, le spose di guerra, la patologia mentale in varie declinazioni. Infine il vento come poesia e risorsa: la title track stessa è un tributo ad un protagonista del vento, Angelo D’Arrigo, campione di volo con il deltaplano scomparso nel 2006. Tutti i racconti contenuti hanno registri e suggestioni differenti e risentono dell’influenza di narratori diversi come Biamonti, Bonnefoy, Curioni, Hesse, Rigoni Stern miscelati nella mia testa con approfondimenti storici e racconti popolari. I rap-conti contenuti nell’album sono come tanti luoghi, prossimi o remoti, attraversati da uno stesso vento che cambia nome e caratteristiche ma che assolve ad un compito che pare gli sia intrinseco da sempre: quello di raccogliere storie nel proprio grembo e conservarle per sempre in attesa che qualcuno le voglia leggere, quasi esistesse una memoria dei flussi d’aria Le produzioni sono affidate in gran parte a beatmakers noti alla scena hip hop nazionale per il loro suono classico e caldo che bene si amalgama con le mie narrazioni. La forte identità di genere delle basi strumentali e la mia attenzione tecnica nella costruzione lirica vogliono essere una dimostrazione, rivolta soprattutto alle giovani generazioni, di come si possa realizzare musica hip hop senza tralasciare concetti e riferimenti che possano contribuire ad un crescita culturale di ampio respiro. Le collaborazioni al microfono oltre ai miei soci di sempre (La Kattiveria e Dj T-Robb) e a due talentuose voci femminili (Dia, Amelivia), è rappresentata da artisti che considero tra i maggiori esponenti della scrittura alta nel rap in Italia: Dargen D’Amico, Ghemon, Rancore. |
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