|
Recensione |
|
|
|
VINILE COLORATO LIMITATO 500 COPIE Sulla scia del fortunato terzo album "Sounds For the Open Road” Papik ripropone il formato doppio con questo nuovo album dal titolo “Little Songs For Big Elevators”. 30 brani tra inediti e cover che spaziano tra il Pop, il Funky, Il Soul, la Bossa Nova, il Jazz e le ballad acustiche. Troviamo anche un brano strumentale ispirato ai famosi temi cinematografici della scuola italiana. Tantissimi gli ospiti anche internazionali ad impreziosire il tutto. Tra questi troviamo: Sarah Jane Morris, la più importante cantante souljazz inglese, già ospite nell’album precedente; Anduze, soul singer americano di recente solista dell’ultimo album di Parov Stelar; il cantante e sassofonista anglo giamaicano Kenn Bailey; lo storico cantante soul americano Ronnie Jones; il nuovo talento del jazz italiano Walter Ricci; la voce solista dei Dirotta Su Cuba Simona Bencini; Neja, una delle voci italiani più popolari al mondo nel mercato Dance House; Nadia Straccia, cantante e attrice americana di origine italiana; Alex Sammarini, cantate e chitarrista della band Tree Gees, la migliore cover band europea dei Bee Gees; il cantante italo-australiano Alfredo Malabello; e ancora Ida Landsberg, Marta Capponi, Andrea Meschini, Frankie Pearl, Sara Galimberti, Letizia Liberati e i collaboratori storici di Nerio ‘Papik’ Poggi come Alan Scaffardi, Ely Bruna, Francesca Gramegna, Dagmar Segbers, Erika Scherlin, Frankie Lovecchio e le voci del suo progetto parallelo The Soultrend Orchestra. L’album composto per la maggioranza dei brani di composizioni originali ma come per ogni suo album Nerio Poggi si diverte a rifare alcuni brani di fama internazionale. In questo album troviamo: Mmm Mmm Mmm Mmm dei Crash Test Dummies in una versione jazz da Big Band; la colonna sonora del film Borsalino; Never Knew Love This Before originariamente portata al successo da Stephanie Mills; One Hundred Ways di Quincy Jones, Black Hole Sun dei Soundgarden, Voce Me Apareceu dei Kaleidoscopio e Whishing Well di Terence Trent D’Arby. |
|
|
|