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Recensione |
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Apre le danze, in senso letterale, la ritmatissima “Time Bandits”, ispirata all’omonimo film di Terry Gilliam (il cinema ha ispirato più di una delle loro canzoni, tra cui anche “Albumin Vampire”). “Building a Cromlech” batte strade più heavy, al limite del metal, impreziosita da un ritornello di chiusura dissonante e ipnotico. Si balla ancora con “Ride'em Cowbell” mentre “Living Drome” si snoda in un chiaroscuro di riff pesanti e aperture melodiche. Il “Ballo in Fa Diesis Minore” di Branduardi non ha bisogno di presentazioni, qui riproposto in chiave “Kalevala” ma fedele all’originale, ad aprire il trittico più folk del disco. Infatti, dopo l’Italia, tocca alla Francia con il divertissement “Bouchon De Liege”, bel valzer con inserti rock, e a seguire, il famosissimo tradizionale irlandese “Weila Waila”. “Necropolitan” si propone come il pezzo forse più pesante del lotto, in cui gli strumentisti si ritagliano dei piccoli momenti di gloria, alternandosi nella sezione solista e quasi preparando all’ascolto di “Ten Ton Butterfly”, bella strumentale infilata subito dopo “Rigmarole”. “Albumin Vampire” gioca con il pop, il rock e il tango, prima di lasciare il posto alla chiusura della title track, unico pezzo cantato (anche) in italiano e in cui si respira aria di Medioevo. "Musicanti Di Brema" è un lavoro maturo, nei testi e nella musica, atmosferico ed equilibrato; ogni singola traccia racchiude un elemento che la contraddistingue dalle altre, mantenendo comunque uno stile musicale ben preciso. Come avrete capito, la musica è un piccolo gioiellino ma anche la confezione non è per niente male; un digipack altamente professionale… |
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